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Siamo un’associazione di volontari nata in Trentino dalla passione per gli innumerevoli capolavori che il nostro patrimonio storico, artistico e culturale ci offre tramite i tanti tesori “nascosti” – perché troppo spesso dimenticati, lasciati andare ai danni del tempo e/o dell’incuria umana – rappresentati dalle nostre chiese, dalle nostre cappelle, dai nostri affreschi… più in generale, dai nostri luoghi di culto, simboli di una cristianità e di un ingegno occidentale che non vanno perduti.

Il fine che sottintende la nostra Associazione, più nello specifico, è quello di voler offrire una maggiore opportunità di spiritualità, prima di tutto, tramite il recupero dei siti religiosi e – insieme con essa – far prendere coscienza dell’importante valore non soltanto religioso, ma anche storico, artistico, culturale che tale patrimonio reca con sé. Riteniamo, infatti, che l’atto del recupero dei simboli della cristianità occidentale non simboleggi soltanto la ripresa dei valori tradizionali del nostro credo, ma anche una possibilità di elevazione dello spirito, una “estasi estetica”, come i Padri fondatori della Chiesa solevano definirla – che soltanto la contemplazione dei capolavori sacri – frutti dell’ingegno artistico che hanno reso l’Italia celebre in tutto il mondo – è in grado di offrire.

Ma incrementare lo spazio dedicabile alla cura spirituale, educando l’animo all’arte nella visione del sacro, non ha soltanto un valore prettamente paideutico: a questo duplice scopo, infatti, si intrecciano a più fili innumerevoli scopi e vantaggi che con la nostra Associazione ci impegniamo da sempre a perseguire.

Quali, ad esempio?

 

  • Intanto la possibilità di disporre una maggiore offerta monumentale ed artistica per noi cittadini in primis, per poterne godere e fruire tutti, ma anche per i turisti che copiosi affollano il Belpaese alla ricerca delle meraviglie artistiche ed artistico/religiose che hanno da sempre fatto dell’Italia la meta di viaggio preferita. È nostra ferma convinzione, infatti, che a nessuno dovrebbe essere preclusa la possibilità di fruire dei capolavori storico, artistico, culturali che molteplici popolano il nostro Paese ma che, per ristrettezze o inesistenze di orari di apertura al pubblico – o per via dell’inaccessibilità a loro – restano per lo più sconosciute, dimenticate, abbandonate o riconvertite ad altro uso.
  • Recuperare luoghi e simboli del nostro patrimonio architettonico, artistico, storico, culturale – religiosi o meno che siano – significa operare nel sociale: vuol dire affondare le mani nella tradizione e riportarla alla luce. Mantenere, preservare e custodire significa riportare agli antichi fasti, dare voce, espressione e nuova linfa a quei luoghi che, invece, resterebbero dimenticati e perduti nel tempo, abbandonati all’incuria e ai danni della natura che si riappropria di ogni suo spazio.
  • Affondare le mani nella tradizione, poi, vuol essere significativa metafora del credo e dell’operato di cui si è fatto portavoce nostro Signore. Molte volte infatti Egli usava soltanto poche parole o un gesto semplice per evidenziare un principio eterno importante: quello dell’umiltà. Un’umiltà che può soltanto arricchirci come esseri umani e contribuire ad elevare gli spiriti verso la nostra originaria dimora, la casa del Padre.
  • Perseguire tali obiettivi significa anche fare qualcosa di più per la comunità tutta: riteniamo, infatti, che il momento storico che sta attraversando l’umanità sia particolarmente provante per essa: il singolo è sempre più solo, sempre più alienato nella sua privata dimensione, sempre più schiacciato dal peso della vita e relegato a gestire da solo il proprio dolore. Esso così si sente spesso sperso, senza una guida sicura, un porto a cui far ritorno dopo una giornata in mezzo alla tempesta, senza una direzione da seguire, un punto certo a cui approdare. Una terraferma, però, è proprio quella che desideriamo offrire noi con la nostra Associazione: una poderosa rete sociale, un gruppo d’amici che si sente famiglia, una dimora comune che faccia ecclesia, luogo simbolo di condivisione, di comunità, di congrega. Un focolare acceso che tiene vivo il cuore di una casa.
  • In una società che si è fatta – per dirla con le parole del sociologo Bauman – sempre più “liquida”, specchio realistico è il fenomeno del rapporto che lega l’individuo alla Chiesa. Con molto rammarico guardiamo al fenomeno per cui la Chiesa è avvertita con sempre maggior distanza dal singolo, sempre meno “Casa di Dio” e più mero Istituto. Sempre meno capace di appagare la domanda di identità di cui abbisogna ciascuno di noi. Come A Chiese aperte perseguiamo certamente lo scopo di avvicinare la gente alla fede, alla spiritualità ma – prima ancora – quello di fare congrega, di istituire un luogo che faccia ecclesia, che faccia casa perché dimora comune, centro d’unione e d’aggregazione. Un luogo, dunque, che sia sempre meno mera “Istituzione”, frutto implicito di quella “dolce secolarizzazione” che oggi ci porta lontani dalla nostra originaria dimora, da quel luogo che è nelle nostre intenzioni ripristinare e poter di nuovo, finalmente, chiamare casa. Una dimora per noi tutti, in cui tutti possano sentirsi al riparo.

Ed ecco perché, nell‘ “Italia delle tante Chiese”- ma lasciate all’ordine del tempo e dell’incurie – nel Paese dal più grande patrimonio storico, artistico e culturale – ma dalla disponibilità limitata di risorse economiche ed umane – in una società in cui il ritmo frenetico della vita lavorativa lascia uno spazio irrisorio alla cura di sé – spirituale e culturale che sia – A Chiese aperte vuol proporsi come “ponte sospeso tra cultura e spiritualità”. E proprio dalla città del Concilio – i cui cittadini possono ancora respirare l’aria di quegli antichi fasti – vuol partire, mirando ad estendere questi nobili valori, gli obietti perseguiti, e la propria mission in tutta Italia, in particolare sulla città eterna: Roma, nostro imprescindibile punto di riferimento. Questo perché riteniamo che l’identità cristiana sia un bene nazionale e che nazionale sia il patrimonio storico, artistico e culturale di cui tutti dovremmo poter godere.